Gruppo di lavoro: quattro classi del quarto e quinto incontrano
e conversano con le donne dell’UDI , Prof.sse
Josè Calabrò dell’UDI Catania, e
Mariella Pasinati dell’UDI Palermo, Biblioteca delle Donne sule insidie
culturali della violenza contro le donne.
Coordina i lavori la professoressa Maria Tripoli.

Ecco una scaletta della giornata.
Si parte dai dati
ISTAT e OMS sulla violenza contro
le donne: la pandemia ha aggravato il disastro della violenza e del femminicidio.
Una domanda: Chi aiuta le donne?
Il problema che cresce: la violenza che viaggia in rete, con l’esplosione
del revenge porn. La Sicilia è la regione con il maggior numero di
casi dopo la Lombardia
Quali soluzioni? Ne discutono ragazze e ragazzi con la docente e con le
ospiti.
“Noi
donne avevamo pensato che ogni conquista era per sempre, ma non è così”.-ricorda la prof. Tripoli.-Da tempo ormai il famoso
soffitto di cristallo si è incrinato e molte donne conquistano posti preminenti
in ogni campo. Abbiamo gioito per l’eletta senatrice Kamala
Harris a fianco del nuovo Presidente americano, il candidato
democratico Biden, come prima donna di colore, prima donna di origini asiatiche, prima
laureata di una Università nera, nata negli USA ma figlia di immigrati, a
raggiungere una posizione così alta in politica. Ma non bisogna abbassare la guardia.”
Josè Calabrò parla di complessità:
la vita è articolata, l’essere umano è
complesso, poiché ha in sé bipolarismi. Siamo, contemporaneamente sapiens/demens,
capaci di elaborazioni complesse e dotati di istinti. Bisogna quindi attivare
lo sguardo alla complessità, conoscere le dinamiche dei conflitti, poiché sono
parte dell’esistenza. Il conflitto è una danza allegra
nonviolenta, ed è necessario insegnare a ragazze e ragazzi come arrivare alla
consapevolezza e alla successiva responsabilità. La scuola in questo ha un
ruolo determinante nell’educare a capire le emozioni, per
riconoscere gli schemi mentali e trovare nuove vie. Come l’attenzione ad usare
le parole, senza accusare, giudicare. Non è facile. Ma si deve provare. C’è
sempre un’alternativa alla violenza.
Mariella Pasinati ha posto l’accento sul ruolo dell’educazione a scuola.
Occorre più formazione per contrastare il patriarcato e
sull’uso della lingua perché la soggettività si costruisce nel linguaggio. Si
parla anche di violenza simbolica. Ci soffermiamo sul potere dei media:
esercitano violenza simbolica rafforzando gli stereotipi, incasellando
ognuno in un suo spazio predefinito.
Si pone l’accento sul ruolo della Biblioteca delle donne dell’UDI di
Palermo. La Biblioteca delle Donne è nata come
luogo di valorizzazione e conservazione dei percorsi culturali e politici delle
donne. La Biblioteca svolge una costante attività di
promozione politico-culturale e di ricerca dei saperi.
Prendono la parola anche i ragazzi e le ragazze della 4 A
TUR che parlano di stereotipi: utilizzano un’immagine simbolica che rileggono e
reinterpretano con la guida della docente-artista: Barbie dall’aria immortale, immutabile, snella
e sinuosa, diventa
simbolo di una fame d’amore per cui
molte crudeltà sono state e sono commesse.
Parliamo di donne reali: facciamo nomi.
E’ lontano il tempo in cui Anna Banti viveva
e scriveva nascosta, all’ombra del marito, critico e storico dell’arte Roberto
Longhi? Non accade oggi ancora?
Pensiamo anche alle virologhe e alle pioniere della ricerca anticovid
come Maria Rosaria
Capobianchi, dell’Istituto
Spallanzani di Roma; Concetta
Castilletti, ragusana,
responsabile dell’Unità dei virus emergenti allo Spallanzani; Francesca Colavita, classe ’90,
originaria di Campobasso, ricercatrice precaria fino allo straordinario isolamento del ceppo virale Sars-COV-2, causa della
sindrome Covid 19.
Puntare sulle donne, dare visibilità alle loro leadership e far
conoscere i loro talenti: è questo l’obiettivo del Women’s Forum for the
Economy & Society che ha nella Managing Director l’italiana Chiara Corazza,
che si impegna ogni giorno per farle conoscere.
Ripartiamo da qui e su questa
via. Ci aspetta un lavoro lungo,
importante, necessario. (Maria Tripoli)