-LA POESIA DELLE DONNE E PER LE DONNE




SEI BELLA di ANGELO DE PASCALIS 

Sei bella.
E non per quel filo di trucco.
Sei bella per quanta vita ti è passata addosso,
per i sogni che hai dentro
e che non conosco.
Bella per tutte le volte che toccava a te,
ma avanti il prossimo.
Per le parole spese invano
e per quelle cercate lontano.
Per ogni lacrima scesa
e per quelle nascoste di notte
al chiaro di luna complice.
Per il sorriso che provi,
le attenzioni che non trovi,
per le emozioni che senti
e la speranza che inventi.
Sei bella semplicemente,
come un fiore raccolto in fretta,
come un dono inaspettato,
come uno sguardo rubato
o un abbraccio sentito.
Sei bella
e non importa che il mondo sappia,
sei bella davvero,
ma solo per chi ti sa guardare.

Angelo De Pascalis

Una grande piaga nella storia dell’ umanità, ignorata e nascosta per secoli è il femminicidio.  Questa bellissima poesia è stata scritta da Angelo De Pascalis (spesso erroneamente attribuita ad Alda Merini), con lo scopo di ricordare a tutte le donne di essere belle ma “solo per chi le sa guardare e apprezzare. Le donne sono Delicate come i fiori piene di sentimenti, emozioni e le paure.  Sono forti come la voglia di ricominciare a vivere quando tutto sembra perduto, come la tenacia del rincorrere la felicità, come la consapevolezza della dignità di un sorriso capace di restare pulito e autentico anche quando scende una lacrima. Belle e piene di sogni e di speranze, un concentrato di forza, emozioni, amori e passioni.  Paragonerei le donne al titanio, forti e resistenti, così coraggiose impavide, in grado di rialzarsi nonostante tutto, anche dopo essere state maltrattate scartate e umiliate.
Sofia Carpinteri  5B Liceo Scientifico Galileo Galilei di Catania



SORRIDI DONNA  di ALDA MERINI 

‘’Sorridi donna
sorridi sempre alla vita
anche se lei non ti sorride.
Sorridi agli amori finiti
sorridi ai tuoi dolori
sorridi comunque.
Il tuo sorriso sarà
luce per il tuo cammino
faro per naviganti sperduti.
Il tuo sorriso sarà
un bacio di mamma,
un battito d’ali,
un raggio di sole per tutti’’

Sorridere davanti alle difficoltà e trasformare le lacrime nel carburante necessario a ripartire. È questo il messaggio che la poetessa milanese rivolge alla sua immaginaria interlocutrice, incoraggiandola a non lasciarsi abbattere e a non perdere l'abitudine alla felicità, in Sorridi Donna. Un invito che, forse la poetessa ha provato a rivolgere anche a se stessa, per convincersi che tutte le ombre che la soffocavano, un giorno, si sarebbero rischiarate.
È d’obbligo citare Alda Merini, poetessa dalla biografia turbolenta, dolorosa e travolgente. È una donna forte, che subisce ed esalta tutto ciò che di doloroso la vita può offrire, fornendo una propria visione della sofferenza, come un ostacolo oltrepassabile. Scrive per i vinti, lasciando uno spiraglio di speranza e un invito a trovare la felicità nelle piccole cose. È una donna che scrive per le donne, che spinge a non arrendersi, a non lasciarsi vincere dalle violenze subite, a non pensare di essere inferiori. A seguito una tra le tante poesie meravigliose che Alda ci ha lasciato, in cui da donna distrutta dalla propria stessa vita parla a tutte coloro che sentono di non farcela più, invitandole a sorridere: un gesto che sembra semplice, naturale ma che risulta difficile compiere, a volte.
Elena Carubia 5B Liceo Scientifico Galileo Galilei di Catania





Pablo Neruda- Corpo di donna 


Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche
tu assomigli al mondo nel suo atteggiamento di abbandono.
Il mio corpo di contadino selvaggio ti scava
e fa saltare il figlio dal fondo della terra.
Sono stato solo come una galleria. Da me fuggivano gli uccelli
e in me la notte entrava con la sua invasione possente.
Per sopravvivermi ti ho forgiato come un'arma,
come una freccia al mio arco, come una pietra nella mia fionda.
Ma cade l'ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del petto! Ah gli occhi dell'assenza!
Ah la rosa del pube! Ah la tua voce lenta e triste!
Corpo di donna mia, persisterò nella tua grazia.
La mia sete, la mia ansia senza limite, la mia strada indecisa!
Oscuri fiumi dove la sete eterna continua,
e la fatica continua, e il dolore infinito.
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Cuerpo de mujer, blancas colinas, muslos blancos,
te pareces al mundo en tu actitud de entrega.
Mi cuerpo de labriego salvaje te socava
y hace saltar el hijo del fondo de la tierre.
Fui solo como un tùnel. De mì huìan los pàjaros,
y en mì la noche entraba su invasiòn poderosa.
Para sobrevivirme te forjè como un arma,
como una fleche en mi arco, como una piedra en mi honda.
Pero cae la hora de la venganza, y te amo.
Cuerpo de piel, de musgo, de leche àvida y firme.
Ah los vasos del pecho! Ah los ojos de ausencia!
Ah las rosas del pubis! Ah tu voz lenta y triste!
Cuerpo de mujer mìa, persistirè en tu gracia.
Mi sed, mi ansia sin lìmite, mi camino indeciso!
Oscuros cauces donde la sed eterna sigue,
y la fatiga sigue, y el dolor infinito.

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Ho scelto di condividere  una poesia di Pablo Neruda a mio parere molto poco valorizzata e della quale posso parlare solo per mia interpretazione, in quanto non ho trovato né su internet né su altre fonti un'appropriata critica o analisi testuale, e di conseguenza non essendo un letterato o un critico, ho voluto darle un personalissimo significato. Ero curioso, tramite altre prospettive, di poterne carpire meglio il senso più specifico. E' indubbio, però, che abbia come soggetto una donna e una tragedia. Sono sempre stato affascinato dall'accoppiata amore e tragedia, presente nella stessa persona, nello stesso gesto, che ricerca sempre un costante equilibrio per la stessa idea di esistere. Non esisterebbe amore senza sofferenza, e per quanto gli esseri umani ne possano rimanere amareggiati, non abbandonano mai il desiderio. In particolare sono rimasto colpito dal verso "Ma cade l'ora della vendetta, e ti amo", è come se il poeta si colpevolizzasse per aver fatto dell'amore un desiderio da conquistare e non una virtù, che a mio parere risulta un rimorso vano, considerando il sentimento quanto il più umano e più vincolato dalla passione di tutti. Ho pensato che potesse essere questa la base di comportamenti così estremi e disastrosi come il femminicidio, lo stesso desiderio come forma di protezione ("ti ho forgiato come un'arma, come una freccia al mio arco...") e il senso di appartenenza che in certi momenti non sembra condiviso ma un diritto acquisito. E una volta perso tutto si ritorna sui propri ostinati errori e su quanto poco nobili siano state le proprie scelte.
Samuele Sensini 4B Liceo Scientifico Galileo Galilei di Catania


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