Il 25 Novembre della scuola media di Cerro al Lambro (MI) con #Fnism-Catania

 a cura delle prof.sse  Zollo e Laura  Saladin






I ragazzi hanno letto articoli di giornale e  analizzato pubblicità che chiamavano in causa soprattutto i maschietti. Sì è originato un dibattito e sono uscite dolorose esperienze personali di due ragazze che hanno voluto parlare della propria esperienza per far capire ai compagni che cosa avevano provato in alcune occasioni. 

Per questo insieme al prof. di sostegno che è anche psicologo abbiamo pensato ad un circle time di riflessione sull'argomento prima di Natale. Intanto tutti hanno scritto un testo in forma di lettera indirizzato a una delle donne di cui abbiamo conosciuto la storia attraverso i giornali e hanno selezionato una frase significativa del testo. 







Il 25 Novembre dell' IPM di Acireale con Fnism-Catania



 Questo è un contributo  speciale e diverso.  

Prendono la parola i ragazzi dell'Istituto Penitenziaro Minorile di Acireale, in un percorso guidato e coordinato dalla professoressa Rita Stivale. 

La prof. lo descive così:

"Anni pochi ma pesanti.  

Vite problematiche alle spalle. 

Futuro  difficile. 

Sono ragazzi di un Istituto Penale Minorile 

Stanno  facendo un percorso tra colpa e perdono. 

Ma chi fa male ad una donna non merita perdono: che almeno rifletta, si alzi in piedi  e  la rispetti sempre." 





Il 25 Novembre della 5a del Liceo "Vaccarini" di Catania con Studenti reporter e Radio Zammù

 

Studenti Reporter On Air, Daniele Zito: «Il lavoro domestico di molte donne dovrebbe essere riconosciuto tale»

Studenti Reporter On Air, Thamaia: «Violenza su donne, boom di richieste di aiuto dopo lockdown»


Anche un percorso di PTCO diventa parte di un percorso di educazione alla parità 

"La parità di genere è uno degli obiettivi che la nostra società deve perseguire. Anche l’Agenda 2030 dell’Onu lo considera come uno dei 17 goals fondamentali da raggiungere alla fine di questo decennio. E’ una sfida di civiltà, in un mondo in cui le donne sono ancora vittime di molti uomini e di molti comportamenti sociali. Ne abbiamo parlato con lo scrittore Daniele Zito e con la Presidente del Centro Antiviolenza Thamaia."

 Due incontri da non perdere .




https://studentireporter.it/redazione-5asa-vaccarini/





 



Le riflessioni della classe VD del Liceo classico Mario Cutelli di Catania nascono a seguito della lettura dei primi capitoli de I promessi sposi. Leggere i classici ci aiuta a interpretare il presente. E a renderci donne, uomini, cittadine, cittadini migliori.

Ringrazio le ragazze e i ragazzi per le loro parole.

Maria Pia Dell'Erba

 

 

 

Cosa indossavi quella sera?

Che ci facevi lì tutta sola a quell’ora?

Se le donne non vogliono essere stuprate devono smetterla di vestirsi da poco di buono!

Queste sono solo alcune delle frasi e domande rivolte alle vittime di violenze sessuali nelle aule di tribunale. Parole crudeli che sottolineano una verità amara: noi donne non siamo mai innocenti, perché abbiamo denunciato troppo tardi o troppo presto, perché siamo troppo belle o troppo brutte.

Negli ultimi due anni in media 88 donne al giorno hanno subito abusi e violenze, una ogni 15 minuti, e ogni tre giorni è stata uccisa una donna. Ma la cosa più brutta è che nell’80% dei casi il carnefice di questi orribili delitti non ha bisogno di bussare alla porta, ha già le chiavi di casa. 

Giorgia Nicotra

 



 

Oggi, si sente spesso tramite i mezzi di comunicazione, di azioni che culminano nella violenza fisica, che sono spesso preceduti da atti di stalking, la cui gravità viene messa in luce solo quando si arriva alla distruzione totale del soggetto. Infatti, l'obiettivo dello stalker, spesso mosso da rancore, è quello di vendicarsi, perseguitando la vittima fino a farle cambiare radicalmente, per la paura, le abitudini di vita. Un’altra conseguenza importante è quella del timore nei confronti della propria incolumità o nei confronti di quella dei propri cari; lo stalker, infatti, spinto dall’ossessione per la vittima, può arrivare a perseguitare pure i cari di quest’ultima, che possono essere amici o parenti.

Spesso molte donne, vittime di stalking, non riescono a parlare di questo problema sia per paura, ma anche per vergogna

Irene Puglisi

 

In uno dei più grandi classici della letteratura italiana, ovvero “I promessi sposi” di  Alessandro Manzoni, vediamo Don Rodrigo incarnare la figura di un vero e proprio stalker nei confronti della giovane e bella Lucia Mondella. Infatti nel secondo capitolo Lucia è vittima  di stalking.

Gaia Cammarata

 

“E, con voce rotta dal pianto, raccontò come, pochi giorni prima, mentre tornava dalla filanda, ed era rimasta indietro dalle sue compagne, le era passato innanzi don Rodrigo, in compagnia d’un altro signore; che il primo aveva cercato di trattenerla con chiacchiere, com’ella diceva, non punto belle; ma essa, senza dargli retta, aveva affrettato il passo, e raggiunte le compagne; e intanto aveva sentito quell’altro signore rider forte, e don Rodrigo dire: scommettiamo. Il giorno dopo, coloro s’eran trovati ancora sulla strada; ma Lucia era nel mezzo delle compagne, con gli occhi bassi; e l’altro signore sghignazzava, e don Rodrigo diceva: vedremo, vedremo.”

Lucia, terrorizzata, annientata ed infastidita dagli indesiderati apprezzamenti e pedinamenti di Don Rodrigo, viveva in uno stato d’ansia, e per via di quest’ultima non si è confidata con nessuno per un po’ di tempo. Don Rodrigo tentò anche (per buona sorte  invano) di rapirla, inviando i “bravi” ad intrufolarsi clandestinamente nella casa della povera vittima. Al giorno d’oggi si parlerebbe di stalking,  reato definito come una serie di condotte , riprodotte nel corso tempo, che si differenziano per il loro fine di vigilare e controllare, di ricercare contiguità o rapporto e che suscitano nella vittima ansia, timore e preoccupazione.

 Vittoria Managò

 

Dalla  scommessa tra Don Rodigo e il cugino Conte Attilio possiamo individuare la mentalità del secolo e capire che essa era dominata dall’orgoglio, dalla forza e dall’influenza delle classi sociali. Trasportando questo modo di agire nel nostro secolo possiamo dire che non soltanto chi è influente agisce in maniera irrispettosa verso le donne ma anche chi pensa di avere il potere assoluto su loro stesse, che sia un compagno, un marito o un fidanzato. Chi subisce atti persecutori in genere ha molta difficoltà a parlarne per paura o per vergogna nella speranza che la situazioni migliori e si risolva per il meglio. Talvolta queste persecuzioni hanno sconvolto la vita della vittima costretta a cambiare le proprie abitudini: il numero di cellulare la casa, gli orari di spostamento e così via.

Marino Vittoria

 



Lucia, la promessa sposa di Renzo, è vittima di stalking da parte di Don Rodrigo. Egli la infastidisce facendo apprezzamenti sul suo conto, facendo pedinamenti o addirittura cercando di rapirla inviando i suoi bravi a intrufolarsi nella casa della sfortunata.

Lucia di questi avvenimenti non ne parla con nessuno nemmeno con la madre e questo la porta a vivere in uno stato d’ansia. Da tutti questi fatti possiamo arrivare alla conclusione che Don Rodrigo era uno stalker, proprio perché si configurano tutti i reati di quest’ultimo in lui.

Se Lucia avesse denunciato quello che accadeva, secondo le leggi di oggi Don Rodrigo avrebbe avuto una pena dai sei mesi ai quattro anni di carcere, però tutto ciò a quei tempi non veniva messo in atto.

Alessio Garufi

 

Don Rodrigo, credo che lui sia  l’esempio di stalker per  antonomasia. metteva in apprensione la povera ragazza solo per una scommessa fatta col cugino, il Conte Attilio. Don Rodrigo, definito spesso  “il signorotto”, molestava Lucia psicologicamente con apprezzamenti e fisicamente con dei veri pedinamenti che costrinsero la ragazza a cambiare la sua vita. in poche parole, il don Giovanni del paese: per puro divertimento personale rischiava di rovinare la vita di Lucia per sempre. Non solo la costringeva a convivere con un’ansia logorante e a cambiare le sue abitudini, ma arrivò pure sul punto di rapirla, fortunatamente la sua impresa fallì, perché il signorotto, giustamente, mandò i suoi fidati bravi per entrare a casa della ragazza  e commettere  una violazione di domicilio. Lucia dovette cambiare paese a malincuore e allontanarsi dal suo amato Renzo Tramaglino.

Lucia viveva nel 1628, non poteva fare un gran che, oggi una donna che si trova nei panni di Lucia secondo la legge del 19 luglio n.69 denominata “Codice rosso”, può denunciare questi abusi. Nel 2020 Don Rodrigo sarebbe stato punito con una pena da 1 anno ai 6 anni e 6 mesi di prigione.  Credo che la legge possa fare di più per tutelare le donne vittime di stalking, perché a volte  intervenire con solo  un divieto di avvicinamento di qualche metro non basta. 

Chiara Caruso

 

Potrebbe anche sembrare banale in vista di chi non è stata la vittima, ma anche la minima azione inopportuna potrebbe segnare un trauma nei confronti dell’altra persona. Difatti due sono le azioni che lo dimostrano: la prima evidente è l’azione di camminare a occhi bassi con accanto le sue compagne per timore, mentre la seconda  il modo di raccontare piangendo, perché si era sentita aggredita.

Carla Costantino

 

 

 Al giorno d’oggi quello che ha vissuto la giovane potrebbe essere definito stalking, un termine inglese utilizzato per definire una serie di comportamenti da parte di una persona per rendere la vita dell’altra un vero inferno. non è solo lo stalking il problema, ma anche tutti quei gesti quotidiani che fanno capire in che tipo di società si vive. Un esempio è il lavoro; le donne spesso ricevono uno stipendio più basso rispetto gli uomini, perché la società è ancora abituata al fatto che la donna non dovrebbe essere indipendente. Nelle relazioni alcuni pensano che la donna sia il "possesso", e questo secondo me è sbagliato: ognuno deve essere libero di fare quello che vuole e nessuno può dire  cosa fare e non.

Alice Scuderi

 

Lucia allora veniva  fatta oggetto di sopraffazioni da parte di Don Rodrigo,  anche  in virtù di una differenza di classe sociale, e leggendo il romanzo si percepisce quanto della violenza di allora sia ancora purtroppo rimasta traccia nella tragica attualità, soprattutto per  i recentissimi scandali dei quali si ha notizia , come nel caso del ricchissimo imprenditore Genovese e delle  sue feste a Milano , nel corso delle quali una ragazza della media borghesia  dopo esser stata drogata, è stata resa  oggetto di violenza persino sotto la ripresa delle telecamere sequestrate adesso dagli inquirenti . 

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è frutto, secondo la mia opinione, della consapevolezza da parte della società, della necessità di un cambiamento radicale, che negli ultimi anni vede in prima linea lo schieramento da parte dei più giovani , coloro che meglio possono affrontare un cambiamento della mentalità. 

Giulio Gulino

 

E’ molto triste vedere e sapere che molte donne non hanno il coraggio di denunciare molestie e abusi da parte degli uomini, poiché se ne vergognano. Lucia Mondella è una di queste: all’inizio è spaventata e cerca di evitare Don Rodrigo, ma non avrebbe mai pensato che lui fosse capace di annullare il suo matrimonio; quasi ogni donna, quando subisce una violenza fisica, cerca di sminuire il problema, magari perché è spaventata oppure perché si vergogna. Molte di loro non vengono nemmeno prese seriamente in certi casi, perché erano ubriache oppure perché l’uomo o gli uomini che le hanno molestate erano ubriachi o drogati, oppure perché avevano vestiti scollati o troppo attillati, secondo il parere di qualcun altro.

La verità è che ogni donna è spaventata, ogni donna ha il terrore di uscire da sola dopo un certo orario, ogni donna ha paura di vestirsi in un certo modo.

Carla D’Arrigo

 

Tuttavia ancora molte donne preferiscono non parlare delle violenze subite per vergogna di risultare in un certo modo davanti agli occhi della società o per autocolpevolizzazione dell’accaduto.

Dal punto di vista sociale, nonostante i numerosi e importanti cambiamenti avvenuti con il movimento di emancipazione femminile, una delle principali cause della violenza di genere deriva dal perdurare di un modello socio-culturale patriarcale che vuole la donna al sevizio dell’uomo. In questo contesto, l’espressione dell’autonomia di pensiero e di azione della donna può essere percepita come una minaccia alla virilità e al “diritto di potere” dell’uomo.

Proprio oggi, 25 novembre, nella ricorrenza della giornata contro la violenza sulle donne, la cronaca riporta la notizia di due donne vittime di femminicidio a Padova e a Catanzaro, entrambe uccise a coltellate. 

Purtroppo, dal rapporto Eures, emerge che, in Italia, nei primi dieci mesi del 2020 le donne vittime di omicidio sono state 91, una ogni tre giorni.

Irene Cosentino

 

Oltre le violenze domestiche, subite in casa dal compagno o dal marito, quelle che  ritengo più intollerabili sono quelle che si verificano quando si è per strada da sole: la  mancanza di rispetto parte dai fischi o da battutine irriverenti e raggiunge l’apice con le  violenze fisiche e gli stupri. Il lato triste è che i soggetti che le subiscono sono anche  ragazzine;

Gaia Cammarata

 

Viviamo in una società quasi del tutto maschilista e in questo tema si denota quando una donna viene violentata da un uomo e le persone sostengono che l’abbigliamento della donna in quell’occasione dica tutto di lei, infatti molto spesso gli uomini o anche le donne stesse dicono che una ragazza  viene violentata  perché stava per esempio indossando la minigonna oppure perché la maglietta era troppo scollata e quindi era vestita in modo provocante. Una cosa ancora più grave è quando le testate giornalistiche stesse giustificano gli aggressori dicendo che non sapeva quello che faceva poiché era sotto effetto di droga o era ubriaco però secondo me una persona è capace di fare queste azioni terribili anche senza essere sotto effetto di qualche droga.

Marco Arnaud

 

Un aspetto rilevante della società maschilista è dimostrato nella descrizione della dinamica di un femminicidio, nel quale vengono forniti dettagli come la gelosia del marito o dell'ex marito, il possibile tradimento della donna, come se in qualche modo potessero attenuarne l'aggravante.

Spesso le donne vengono criticate e accusate per aver intrapreso i propri sogni e le proprie decisioni, ad esempio far prevalere la realizzazione personale all'avere un figlio, oppure decidere di non avere una relazione stabile con un uomo, bensì relazioni saltuarie, sentendosi dare appellativi sgradevoli e spregevoli come “poco di buono”.

Rachele Crimi

 

La violenza si presenta spesso in modo graduale: episodi violenti crescono di intensità, a cui fanno seguito periodi di apparente calma che culminano in episodi successivi. Alle minacce, alle umiliazioni, alle percosse e le aggressioni fanno seguito gesti che preludono al perdono fino al giuramento che “non accadrà più”. Le ragioni che tengono per anni le donne, vittime di maltrattamenti, a fianco del compagno violento sono numerose: la speranza che “tutto possa tornare come prima”, il senso di colpa per aver provocato tale violenza, la paura, la vergogna e la tendenza a minimizzare e a nascondere ciò che si sta vivendo.

 Sono state adottate in campo Legislativo numerose misure volte a contrastare la violenza contro le donne: nella nostra Legislazione l’articolo 26 del D.L. 198/2006 prevede il reato di molestie sessuali, la legge n. 38 del 23 Aprile 2009 contrasta la violenza sessuale e gli atti persecutori e la legge n. 69 del 19 Luglio 2019 che riconosce la violenza contro le donne come un reato contro la libertà personale e non più come un delitto contro il buon costume. Infine sono state inasprite le pene per coloro che si macchiano di stalking: si passa da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 6 anni.

 Alessandra Tomaselli

 

Molte volte le  convenzioni sociali e gli stereotipi sul ruolo della donna, come per esempio le cure familiari o nella cosiddetta “economia domestica”, hanno conseguenze significative 

Nell’ambito del lavoro, la  maggior parte delle volte una donna si trova a dovere affrontare una grande montagna di difficoltà al fine di raggiungere una indipendenza economica, ma spesso  non riesce poiché oppressa da una figura, forse più grande e forte di lei psicologicamente , la quale chiede  in cambio  dei rapporti sessuali che la donna rifiuta di avere, oppure come nella maggior parte dei casi  non riesce ad ottenere un lavoro, nella migliore delle ipotesi solo party-time, poiché un datore di lavoro tende a selezionare una donna con meno probabilità di procreare, in fin dei conti quante volte abbiamo sentito storie di donne non assunte per avere la semplice “colpa” di voler diventare mamma?

 

Alessia Coco

 

L’uomo ha da sempre il bisogno di mostrare la sua virilità tossica, di dominare, e di trattare una persona come un oggetto.

Le suffragette durante il 1800 protestarono, e molte morirono, per ottenere il diritto al voto; nel 2020 una donna ha ancora uno stipendio inferiore a quello di un uomo.

Nel 1968 centinaia di donne americane parteciparono alla protesta di Miss America, in cui combatterono a favore della demolizione degli stereotipi imposti loro dalla società; ancora oggi viene insegnato in moltissime famiglie che la donna deve essere unicamente in grado di accudire la sua famiglia, che deve rispettare i canoni estetici e che certi comportamenti fanno di lei, in ogni caso, una poco di buono.

Solamente il 22 maggio 1978 la Repubblica italiana ha depenalizzato l’aborto; fino ad allora se una donna avesse abortito, sarebbe stata condannata con una pena che andava dai sette ai dodici anni di carcere. Ma ancora oggi le donne che prendono questa dura decisione vengono guardate con un occhio di disprezzo da buona parte della società.

Nei Promessi Sposi, Lucia è sicuramente una donna vittima di stalking, molestie e maltrattamenti di ogni genere; ma oltre a questo personaggio dell’opera, mi viene istintivamente da pensare alla giovane Gertrude, vittima della famiglia e degli intransigenti ideali della sua epoca.

Non basta dire “denunciate”, dobbiamo fare sì che una persona in una situazione tanto pericolosa di senta al sicuro.

Secondo me l’unico modo per combattere l’immane quantità di sessismo presente nella nostra società, è l’insegnamento che dev’essere impartito dalle istituzioni, come la scuola, che è il luogo deputato in prima istanza alla formazione dell’essere umano, e soprattutto dalla famiglia, durante l’infanzia. È importante formare i bambini al rispetto,  all’educazione, ad abbattere gli stereotipi e la violenza, e soprattutto a non trasmettere un’immagine scorretta dei ruoli stereotipati della famiglia.

Matilde Russo

 

Un uomo violento non è un uomo sano, sceglie in modo lucido le sue prede, ragazze che stanno passando un momento particolare della loro vita o che sono semplicemente fragili e insicure. Giocano sulla manipolazione, sono costantemente ambivalenti. Inizialmente incarnano lo stereotipo del principe per poi iniziare poco per volta a toglierti la libertà ed il respiro. Studiano le giuste mosse per farti sentire in colpa, confusa e distoglierti dalla realtà. il paradosso fondamentale dell’amore malato è : io voglio che tu sia mia, che tu sia prigioniera ma non perché ti tengo in prigione, ti chiudo in casa. Voglio che tu sia mia perché tu lo desideri! Questo è il trucco. Voglio una libertà prigioniera! Voglio che tu sia mia perché tu rinunci liberamente alla tua libertà, ad essere di qualsiasi altro per scegliere me: sei prigioniera. Per tua volontà.

Chiara Caruso

 

È un processo lungo, quello di giungere all’effettiva parità sociale tra donna e uomo, è un problema che ha fondamento anche in tante piccole azioni che singolarmente non hanno una rilevante importanza ma tutte insieme hanno un grande peso sulla società. 

 Se un uomo ha molto successo con le donne, viene considerato un latin-lover, apposizione che per il sesso maschile non ha altro che un’accezione positiva; di contro, se una donna riscuote successo tra gli uomini viene considerata una sgualdrina, una poco di buono.

Martina Managò 

 

Un altro atteggiamento messo in atto per far sentire colpevole le donne è lo SLUT SHAMIN, per indurre un sentimento di vergogna per determinati comportamenti o desideri sessuali che differiscono dalle aspettative di genere tradizionali. Vi sono delle donne che secondo la società violano il codice di abbigliamento ma non tutte le ragazze che subiscono violenza sono vestite in modo provocante. Infatti Lucia Mondella ne I promessi sposi ci viene presentata come una ragazza umile, perbene e composta. Ma viene molestata da un uomo ricco e potente che pensa di poter avere il comando su tutto, anche su di lei.

Eppure se sono gli uomini ad avere atteggiamenti ammiccanti e seducenti, il tutto viene considerato come se fosse nell’ordine delle cose, gesti puramente goliardici.

Gaia Gussio

 

Il victim blaming si verifica quando la vittima di un crimine o di un atto illecito è ritenuta totalmente o parzialmente colpevole del danno che le è stato inflitto; esso è una tattica manipolativa usata da chi abusa ma è anche un fenomeno sociale dai risvolti drammatici.

Lo slut-shaming è invece un neologismo nato in ambito filosofico femminista per definire l’atto di criticare una donna per la sua reale o presunta attività sessuale. Tutti i comportamenti che si discostano dalle comuni aspettative sociali e morali, possono produrre slut-shaming. Vestirsi in modo contrario all’abbigliamento socialmente “consentito”, avere numerosi partner sessuali, avere una sessualità facile, cercare la contraccezione (come ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza) sono tutti esempi di come, ancora oggi, donna e sesso sono due mondi pieni di pregiudizi, stereotipi e costrizioni che impediscono di vivere liberamente la sessualità.

Teresa Spampinato

 

 

Ecco perché spesso si fa riferimento a figure che ad oggi sono molto rilevanti nella società, come Chiara Ferragni, famosissima influencer, che negli ultimi giorni ha postato sulla piattaforma di Instagram l’accento su cosa significhi essere donna nel 2020. 

Ma perché la gente si lascia guidare da queste figure così note piuttosto che dalla legge? Ultimamente il capo del governo ha affidato alla stessa Ferragni il compito di divulgare un messaggio persuasivo a favore delle mascherine anti-Covid. A parere mio, infatti, oggi l’influencer viene visto come colui che influenza le nostre percezioni in merito ad un oggetto, un servizio, un tema o un intero scenario attraverso i social più utilizzati come Instagram, Tik Tok, Facebook, YouTube e Twitter. 

Ed è proprio così che ancora una volta queste piattaforme hanno avuto uno straordinario impatto sociale su una fetta così ampia della popolazione. Insomma, la rivoluzione che Internet ha provocato dal punto di vista delle relazioni sociali, sia in positivo che in negativo, non può essere ignorata e si estende a macchia d’olio. Ogni giorno, infatti, questo “utilissimo” strumento oltre che per la comunicazione viene usato da molti come mezzo di offesa,

 Giorgia Nicotra

 

Purtroppo i social  presentato ben due facce: una che porta messaggi belli e giusti; e l’altra  che si presenta come un grande buco nero, quasi nascosto dal mondo, pieno di odio e pregiudizi ed è proprio all’interno di questo grande buco nero che si presente l’ennesima forma di violenza, il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate, ovvero il cosiddetto revenge porn, punito con la reclusione da uno a sei anni . 

Alessia Coco

 

Vivo in una società che tende a dare della “troia” ad una ragazza che preferisce stare con i ragazzi piuttosto che con le donne. Vivo in una società dove vieni considerata “puttana” solo perché sui social ti piace mostrare il tuo corpo. Vivo in una società dove la ragazza che frequenta tanti ragazzi è una “zoccola”, mentre un ragazzo che seduce tutte viene considerato un “grande”, un “fenomeno”. Vivo in una società dove la donna, a livello teorico, ha gli stessi diritti dell’uomo, ma, concretamente ha solo gli stessi doveri. Vivo in una società dove la donna, sebbene libera di fare ciò che vuole, deve poter conciliare la sua vita e i suoi impegni con quelle funzioni che, da sempre, sono state attribuite dalla società solo ed esclusivamente alle donne.

Penso, infine, che la soluzione per debellare definitivamente la violenza sulle donne, nonostante sembri scontata, sia semplicemente l’educazione. Infatti, sia in ambito familiare che scolastico, si dovrebbero educare ragazzi e ragazze al rispetto l’uno dell’altro e al confronto senza la violenza.

Irene Puglisi

 

Ma noi siamo la società e dobbiamo cambiarla! Non dobbiamo più avere paura né tantomeno essere una quota o un accessorio. Non dobbiamo essere schiacciate dal senso di colpa, perché noi colpa non ne abbiamo. E tutto questo lo dobbiamo a noi stesse, ad un’idea di civiltà, uguaglianza e soprattutto libertà.

Nicotra Giorgia

 

Il 25 Novembre della scuola media "Nino Martoglio-Sante Giuffrida " “ di Catania con #Fnism-Catania

 Gruppo di lavoro:   classe 2C 

Docente:   professoressa Giovanna Micale


Il percorso intrapreso con i ragazzi e le ragazze della classe 2C è nato da una democratica elezione.

Abbiamo lavorato sul vuoto di memoria e sulla cancellazione della memoria femminile.  

Abbiamo innanzitutto coinvolto i ragazzi , insieme alle ragazze, che hanno voluto dedicarsi al recupero della storia delle letterate, scienziate, pittrici,  dimenticate o poco conosciute, mettendo in evidenza quelle figure di donne straordinarie che nel corso del tempo , dal Trecento al Cinquecento, si sono distinte in diversi campi. Abbiamo pensato che se si scardinano i pregiudizi, non si incorrerà più   nelle  situazioni terribili che purtroppo emergono quasi giornalmente nella cronaca nera. Tutto nasce dalla democrazia...

 Una chitarra, una canzone e il via alla creatività, quella giusta dei giusti e delle giuste(professoressa Giovanna Micale)