Catania delle donne
Un viaggio di ottica di genere, un itinerario che riscopre le donne, fa riemergere memoria.
A Catania, sotto la guida delle prof.sse Santina Giuffrida e Caterina Chiofalo, un itinerario di genere, che ha coinvolto un gruppo di venti professoresse, per le vie di Catania alla scoperta di antiche e recenti figure femminili, e non solo, appartenenti a grandi casate nobiliari o legate al mondo dell'Università, del teatro, della musica, della cultura in genere, del mondo imprenditoriale e politico.
Il
viaggio ha avuto inizio dalla Chiesa di San Benedetto in via
Crociferi. Il prezioso monumento barocco ha fornito lo spunto per
ripercorrere le tappe del monastero benedettino a partire dalla
fondatrice nel 1334 , Alamanna de Lumello, alla prima badessa ,
Francesca de Honorato, a colei che dopo il terremoto del 1693, agli
inizi del '700 , si è occupata della costruzione dell'attuale
chiesa, Ignazia Asmundo.
Questa figura ha
fornito lo spunto per approfondire la storia della famiglia Asmundo,
originaria di Pisa, discendente degli antichi re di Svezia e scesi in
Sicilia al seguito del Gran Conte Ruggero I d'Altavilla, e riscoprire
grandi personalità come la baronessa Anna Zappalà Asmundo,
filantropa e animatrice della Bella Epoque catanese, e Marianna
Asmundo, che tanto ha influito sull'opera del figlio, lo scrittore
Federico De Roberto.
Giunte
in piazza San Francesco , al cospetto dell' imponente statua del
Cardinale Dusmet, è stata rievocata la figura di questo grande
religioso, Arcivescovo di Catania e Cardinale, appunto, tra fine '800
e inizi '900, fondatore, tra l'altro degli ospedali Vittorio Emanuele
e Santa Marta, la cui vita si è intrecciata con quella della
sucitata baronessa Zappalà, a cui si deve , in particolare , la
fondazione delle Dame della carità.
Alla chiesa di San Francesco si ricollega la regina angioina Eleonora d'Angiò, sua fondatrice, e della quale all'interno è conservata un'iscrizione celebrativa. In questa piazza, infine, la Prof.ssa Francesca Trapani ci ha illustrato una stele di Demetra e Kore, ivi ritrovata, che ha rivelato la collocazione in questo luogo dell'antico tempio di Demetra.
Alla chiesa di San Francesco si ricollega la regina angioina Eleonora d'Angiò, sua fondatrice, e della quale all'interno è conservata un'iscrizione celebrativa. In questa piazza, infine, la Prof.ssa Francesca Trapani ci ha illustrato una stele di Demetra e Kore, ivi ritrovata, che ha rivelato la collocazione in questo luogo dell'antico tempio di Demetra.
La
terza tappa ha avuto luogo in piazza Mazzini, un tempo piazza San
Filippo, l'unica piazza porticata di Catania, arricchita da 32
colonne romane. Su di essa si affaccia sul lato sud uno dei palazzi
degli Asmundo, oggi appartenente ad altri proprietari ed adibito ad
hotel, che fu tra i primi palazzi ad essere ricostruito agli inizi
del '700 dopo il terremoto, nella fattispecie dall'architetto
Giuseppe Palazzotto. L' ingresso si trova sul lato meridionale, in
via Gisira ,ed è costituito da un portale sormontato dallo stemma
degli Asmundo. La visita del monumento ci ha permesso di ammirare le
stanze del primo piano , dedicate ciascuna ad un personaggio della
mitologia siciliana come Proserpina e Colapesce, quelle del secondo
piano con arredi neoclassici ed ispirate alla figura di Sant'Agata,
la cui processione si può infatti ammirare dalla terrazza
dell'edificio.


Un'ulteriore
sosta è stata fatta in Piazza Università, dove svetta il palazzo
della celebre Università catanese, una delle più antiche in Italia,
fondata nel 1434 da Adamo Asmundo sotto il re Alfonso I d'Aragona.
Qui hanno insegnato Caldarera Muscatello Grazia, prima docente
unifersitaria donna catanese, titolare della cattedra di Botanica dal
1909 al 1931, Pia Nalli , prima docente donna a Catania di Matematica
dal 1927 al 1949, Carmelina Naselli e Natalia Attardi. Nell'atrio del
monumentale edificio si trova un'epigrafe dedicatoria ad Andreana
Sardo, l'eroina catanese che nel 1849 salvò il Palazzo
dell'Università e la annessa Biblio teca da un incendio durante la
repressione borbonica.
Nel
palazzo di fronte intitolato ai Sangiuliano, ma oggi sede anch'esso
dell'Università, si trova al piano terra il Teatro Machiavelli,
antico teatro dei pupi,che insieme al Sangiorgi e al Teatro Massimo
Bellini, era attivo nell'Ottocento. Qui sono state rappresentate le
commedie di Luigi Capuana e della Moglie Adelaide Bernardini ,
anch'essa scrittrice variegata e di pregio. In questo luogo ha
recitato, insieme con Angelo Musco, la commediante Rosina Anselmi,fra
'800 e '900, che fu anche interprete nel cinema muto e in quello
sonoro ottenendo un grande successo. Nel teatro Bellini si è invece
esibita la cantante lirica Dora Musumeci.
Nel lato nord del palazzo all'ultimo piano si può vedere una finestra murata, quella nella quale fu uccisa nel 1784, Rosalia Petruso Grimaldi dal marito, Don Orazio Paternò Castello, in uno scatto d'ira e di immotivata gelosia; l'ennesimo femminicidio.
Nel lato nord del palazzo all'ultimo piano si può vedere una finestra murata, quella nella quale fu uccisa nel 1784, Rosalia Petruso Grimaldi dal marito, Don Orazio Paternò Castello, in uno scatto d'ira e di immotivata gelosia; l'ennesimo femminicidio.
Un'altra
tappa si è tenuta di fronte al palazzo Liberty Frigeri, alle spalle
della Collegiata, sede di un'antica casa di moda tutta al femminile.
Poco discosto, in via appunto della Collegiata, si trovava agli inizi
del '900 un'orologeria , il cui gestore sposò agli inizia del '900
la svizzera Guglielmina Kerler, di religione valdese, che tanto si
adoperò per l'integrazione della comunità svizzera valdese nella
città.
Da
qui ci siamo recati in piazza Stesicoro, nella quale si erge il
palazzo del Toscano, dei Paternò Castello, la prima famiglia
catanese a ricevere il titolo di Principi , per la precisione di
Biscari , e a cui appartenne il famoso archeologo del '700 Ignazio .
A questa famiglia si lega, in quanto sposata con Ignazio Paternò
Castello, Angelina Auteri, filantropa e benefattrice della prima metà
del '900. A questa benefattrice si ricollega Maria Marletta,
fondatrice di Case famiglia per ragazze orfane e/o bisognose, cui si
insegnava un lavoro.
Ultima
tappa alla villa Bellini, il cui nucleo principale, detto "Il
labirinto" era stato di proprietà appunto dell'antico Ignazio
Paternò Castello . In questo magnifico giardino nel Marzo del 1918,
nel settantesimo anniversario della Costituzione italiana, è stata
intitolata una Ycaranda , insieme a 21 piante di rosa, alle 21 Madri
Costituenti, in una cerimonia, organizzata dalla Prof.ssa Pina Arena
e presenziata dalle autorità locali, oltre che da docenti ed alunni
delle scuole catanesi, primi fra tutti quelli dell' I,I.S. "G.
B. Vaccarini".
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