-MANZONI E IL RACCONTO DELLA VIOLENZA SULLE DONNE

Manzoni ed il racconto della violenza sulle donne nel romanzo “I Promessi Sposi”

Uno sguardo sulla violenza contro le donne che attraversa i secoli, raccontata o dissimulata, velata o svelata. La violenza sulle donne è raccontata  da Manzoni, in più luoghi del romanzo. Un'occasione per  riflettere su quanto   è cambiato nella cultura patriarcale.


Quattro  brani dal romanzo  I promessi sposi,  per una lettura in ottica di genere, per  parlare di violenza sulle donne, invisibile, frutto di potere arrogante, patriarcale, contro cui lo scrittore urla e fa urlare i suoi personaggi “giusti”, primo fra tutti  padre Cristoforo. (a cura della prof. Pina Arena)


          1)   Capitolo I  del romanzo: la pratica della violenza sulle ragazze e donne del paese  era  abituale e assicurata da un sistema criminale che colpiva anche i mariti  ed i padri che provavano a ribellarsi.  Ironia amara  nel racconto manzoniano.  


 “Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, quel borgo, già considerabile, era anche un castello, e aveva perciò l’onore d’alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnoli, che insegnavan la modestia alle fanciulle e alle donne del paese, accarezzavan di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre; e, sul finir dell’estate, non mancavan mai di spandersi nelle vigne, per diradar l’uve, e alleggerire a’ contadini le fatiche della vendemmia. “

2)  Cap. VI del romanzo-  Frate Cristoforo urla contro il signorotto che gli propone di “affidare” Lucia a lui, persecutore, molestatore, stalker. Eppure si autodefinisce “cavaliere”.




“Al moversi di don Rodrigo, il nostro frate gli s'era messo davanti, ma con gran rispetto; e, alzate le mani, come per supplicare e per trattenerlo ad un punto, rispose ancora: - la mi preme, è vero, ma non più di lei; son due anime che, l'una e l'altra, mi premon più del mio sangue. Don Rodrigo! io non posso far altro per lei, che pregar Dio; ma lo farò ben di cuore. Non mi dica di no: non voglia tener nell'angoscia e nel terrore una povera innocente. Una parola di lei può far tutto.
- Ebbene, - disse don Rodrigo, - giacché lei crede ch'io possa far molto per questa persona; giacché questa persona le sta tanto a cuore...
- Ebbene? - riprese ansiosamente il padre Cristoforo, al quale l'atto e il contegno di don Rodrigo non permettevano d'abbandonarsi alla speranza che parevano annunziare quelle parole.
- Ebbene, la consigli di venire a mettersi sotto la mia protezione. Non le mancherà più nulla, e nessuno ardirà d'inquietarla, o ch'io non son cavaliere.
A siffatta proposta, l'indegnazione del frate, rattenuta a stento fin allora, traboccò. Tutti que' bei proponimenti di prudenza e di pazienza andarono in fumo: l'uomo vecchio si trovò d'accordo col nuovo; e, in que' casi, fra Cristoforo valeva veramente per due.
- La vostra protezione! - esclamò, dando indietro due passi, postandosi fieramente sul piede destro, mettendo la destra sull'anca, alzando la sinistra con l'indice teso verso don Rodrigo, e piantandogli in faccia due occhi infiammati: - la vostra protezione! È meglio che abbiate parlato così, che abbiate fatta a me una tale proposta. Avete colmata la misura; e non vi temo più.
- Come parli, frate?...
- Parlo come si parla a chi è abbandonato da Dio, e non può più far paura. La vostra protezione! Sapevo bene che quella innocente è sotto la protezione di Dio; ma voi, voi me lo fate sentire ora, con tanta certezza, che non ho più bisogno di riguardi a parlarvene. Lucia, dico: vedete come io pronunzio questo nome con la fronte alta, e con gli occhi immobili.
- Come! in questa casa...!
- Ho compassione di questa casa: la maledizione le sta sopra sospesa. State a vedere che la giustizia di Dio avrà riguardo a quattro pietre, e suggezione di quattro sgherri. Voi avete creduto che Dio abbia fatta una creatura a sua immagine, per darvi il piacere di tormentarla! Voi avete creduto che Dio non saprebbe difenderla! Voi avete disprezzato il suo avviso! Vi siete giudicato. Il cuore di Faraone era indurito quanto il vostro; e Dio ha saputo spezzarlo. Lucia è sicura da voi: ve lo dico io povero frate; e in quanto a voi, sentite bene quel ch'io vi prometto. Verrà un giorno...
Don Rodrigo era fin allora rimasto tra la rabbia e la maraviglia, attonito, non trovando parole; ma, quando sentì intonare una predizione, s'aggiunse alla rabbia un lontano e misterioso spavento.
Afferrò rapidamente per aria quella mano minacciosa, e, alzando la voce, per troncar quella dell'infausto profeta, gridò: - escimi di tra' piedi, villano temerario, poltrone incappucciato.”


3)      Cap. XX.  Il terrore della violenza: Lucia è stata rapita dal Nibbio e dai suoi compagni al servizio dell’Innominato. Nella descrizione  che ne fa Manzoni  ha evidenza il terrore della violenza.  E’ evidente, nella pur cauta ed ingenua Lucia, la consapevolezza del rischio che ogni  donna corre in mano ad uomini senza timor di Dio.





“ Chi potrà ora descrivere il terrore, l’angoscia di costei, esprimere ciò che passava nel suo animo? Spalancava gli occhi spaventati, per ansietà di conoscere la sua orribile situazione, e li richiudeva subito, per il ribrezzo e per il terrore di que’ visacci: si storceva, ma era tenuta da tutte le parti: raccoglieva tutte le sue forze, e dava delle stratte, per buttarsi verso lo sportello; ma due braccia nerborute la tenevano come conficcata nel fondo della carrozza; quattro altre manacce ve l’appuntellavano. Ogni volta che aprisse la bocca per cacciare un urlo, il fazzoletto veniva a soffogarglielo in gola. Intanto tre bocche d’inferno, con la voce più umana che sapessero formare, andavan ripetendo: "zitta, zitta, non abbiate paura, non vogliamo farvi male." Dopo qualche momento d’una lotta così angosciosa, parve che s’acquietasse; allentò le braccia, lasciò cader la testa all’indietro, alzò a stento le palpebre, tenendo l’occhio immobile; e quegli orridi visacci che le stavan davanti le parvero confondersi e ondeggiare insieme in un mescuglio mostruoso: le fuggì il colore dal viso; un sudor freddo glielo coprì; s’abbandonò, e svenne.” ...Lucia tentò un’altra volta di buttarsi d’improvviso allo sportello; ma vedendo ch’era inutile, ricorse di nuovo alle preghiere; e con la testa bassa, con le gote irrigate di lacrime, con la voce interrotta dal pianto, con le mani giunte dinanzi alle labbra, "oh!" diceva: "per l’amor di Dio, e della Vergine santissima, lasciatemi andare! Cosa v’ho fatto di male io? Sono una povera creatura che non v’ha fatto niente. Quello che m’avete fatto voi, ve lo perdono di cuore; e pregherò Dio per voi. Se avete anche voi una figlia, una moglie, una madre, pensate quello che patirebbero, se fossero in questo stato. Ricordatevi che dobbiamo morir tutti, e che un giorno desidererete che Dio vi usi  misericordia. Lasciatemi andare, lasciatemi qui: il Signore mi farà trovar la mia strada.”


4)       Cap. XXI- L’Innominato e Lucia che difende se stessa e il suo corpo. 


Lei, “raggomitolata”:chiusa riversa su se stessa, a proteggere lei stessa il proprio corpo, chiudendolo



.

“ Chi è? ” “ Apri. ”
“A quella voce, la vecchia fece tre salti; e subito si sentì scorrere il paletto negli anelli, e l’uscio si spalancò. L’innominato, dalla soglia, diede un’occhiata in giro; e, al lume d’una lucerna che ardeva sur un tavolino, vide Lucia rannicchiata in terra, nel canto il più lontano dall’uscio.
“ Chi t’ha detto che tu la buttassi là come un sacco di cenci, sciagurata? ” disse alla vecchia, con un cipiglio iracondo.
“ S’è messa dove le è piaciuto, ” rispose umilmente colei: “ io ho fatto di tutto per farle coraggio: lo può dire anche lei; ma non c’è stato verso. ”
“ Alzatevi, ” disse l’innominato a Lucia, andandole vicino. Ma Lucia, a cui il picchiare, l’aprire, il comparir di quell’uomo, le sue parole, avevan messo un nuovo spavento nell’animo spaventato, stava più che mai raggomitolata nel cantuccio, col viso nascosto tra le mani, e non movendosi, se non che traeva tutta.
“ Alzatevi, chè non voglio farvi del male.... e posso farvi del bene, ” ripetè il signore.... “ Alzatevi! ” tonò poi quella voce, sdegnata d’aver due volte comandato invano.
Come rinvigorita dallo spavento, l’infelicissima si rizzò subito inginocchioni; e giungendo le mani, come avrebbe fatto davanti a un’immagine, alzò gli occhi in viso all’innominato, e riabbassandoli subito, diss“ son qui: m’ammazzi. ”
“ V’ho detto che non voglio farvi del male, ” rispose, con voce mitigata, l’innominato, fissando quel viso turbato dall’accoramento e dal terrore.
“ Coraggio, coraggio, ” diceva la vecchia: “ se ve lo dice lui, che non vuol farvi del male.... ”
“ E perché, ” riprese Lucia con una voce, in cui, col tremito della paura, si sentiva una certa sicurezza dell’indegnazione disperata, “ perché mi fa patire le pene dell’inferno? Cosa le ho fatto io?.... ”
“ V’hanno forse maltrattata? Parlate. ”
“ Oh maltrattata! M’hanno presa a tradimento, per forza! perché? perché m’hanno presa? perché son qui? dove sono? Sono una povera creatura: cosale ho fatto? In nome di Dio.... ”




LUCIA MONDELLA: UNA VITTIMA DI STALKING 

Manzoni, Promessi sposi, capitolo III
Lucia entrò nella stanza terrena, mentre Renzo stava angosciosamente informando Agnese, la quale angosciosamente lo ascoltava. Tutt’e due si volsero a chi ne sapeva più di loro, e da cui aspettavano uno schiarimento, il quale non poteva essere che doloroso: tutt’e due, lasciando travedere, in mezzo al dolore, e con l’amore diverso che ognun d’essi portava a Lucia, un cruccio pur diverso perché avesse taciuto loro qualche cosa, e una tal cosa. Agnese, benché ansiosa di sentir parlare la figlia, non poté tenersi di non farle un rimprovero. “A tua madre non dir niente d’una cosa simile!”
“Ora vi dirò tutto,” rispose Lucia, asciugandosi gli occhi col grembiule.
“Parla, parla! — Parlate, parlate!” gridarono a un tratto la madre e lo sposo.
“Santissima Vergine!” esclamò Lucia: “chi avrebbe creduto che le cose potessero arrivare a questo segno!” E, con voce rotta dal pianto, raccontò come, pochi giorni prima, mentre tornava dalla filanda, ed era rimasta indietro dalle sue compagne, le era passato innanzi don Rodrigo, in compagnia d’un altro signore; che il primo aveva cercato di trattenerla con chiacchiere, com’ella diceva, non punto belle; ma essa, senza dargli retta, aveva affrettato il passo, e raggiunte le compagne; e intanto aveva sentito quell’altro signore rider forte, e don Rodrigo dire: scommettiamo. Il giorno dopo, coloro s’eran trovati ancora sulla strada; ma Lucia era nel mezzo delle compagne, con gli occhi bassi; e l’altro signore sghignazzava, e don Rodrigo diceva: vedremo, vedremo. “Per grazia del cielo,” continuò Lucia, “quel giorno era l’ultimo della filanda. Io raccontai subito....”
“A chi hai raccontato?” domandò Agnese, andando incontro, non senza un po’ di sdegno, al nome del confidente preferito.
“Al padre Cristoforo, in confessione, mamma,” rispose Lucia, con un accento soave di scusa. “Gli raccontai tutto, l’ultima volta che siamo andate insieme alla chiesa del convento: e, se vi ricordate, quella mattina, io andava mettendo mano ora a una cosa, ora a un’altra, per indugiare, tanto che
passasse altra gente del paese avviata a quella volta, e far la strada in compagnia con loro; perché, dopo quell’incontro, le strade mi facevan tanta paura...”


COMMENTI
Ogni giorno in Italia 88 donne sono vittime di atti di violenza, una ogni 15 minuti. Vittime italiane in altissima percentuale con carnefici italiani nel 74 per cento dei casi. Senza distinzione di latitudine, l'aumento di vittime di reato di sesso femminile è lo stesso in Piemonte come in Sicilia. Sono agghiaccianti i dati aggiornati sulla violenza di genere in Italia diffusi oggi dalla Polizia di Stato alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Ma qui non si sta parlando solo ed esclusivamente di violenza, qui si parla anche di far vivere molte donne in un clima di paura e terrore, ogni giorno, perché chi non è vittima di femminicidio, si ritrova spesso sotto un continuo controllo indesiderato da parte di gente altrettanto indesiderata, questo fenomeno si chiama stalking. Io oggi non voglio parlare solo del femminicidio in sé e per sé ma anche delle violenze psicologiche che decisamente troppe donne, con il passare del tempo subiscono. A questo proposito vorrei chiamare in causa uno dei nostri scrittori più importanti ma per farlo dobbiamo fare un grande balzo indietro fino al 1827 circa quando Manzoni pubblica per la prima volta il suo capolavoro “I promessi sposi”. La storia si svolge nel 1600 eppure se ci pensiamo bene in alcuni capitoli possiamo trovare situazioni molto attuali; infatti nel capitolo III  si raccontano le vicende di Lucia che, prossima alle nozze, viene braccata da due tipi al ritorno dal lavoro: “Pochi giorni prima, mentre tornava dalla filanda (…) le era passato innanzi don Rodrigo, in compagnia d’un altro signore; che il primo aveva cercato di trattenerla con chiacchiere, com’ella diceva non punto belle” (A. Manzoni, I Promessi Sposi, cap. III) Fin qui nulla di strano: si è sempre sentito parlare di due giovanotti che danno fastidio ad una bella ragazza e tale fatto non comporta reato se l’episodio si verifica una tantum. Ma se l’azione persiste e causa timore e problemi della vita quotidiana, allora è giusto che la legge intervenga. Come tutti ben sappiamo, don Rodrigo tenterà di ostacolare il matrimonio e Lucia, per timore, sarà costretta a rifugiarsi in convento dalla monaca di Monza; ma pensiamo se oggi, nel 2019, Lucia, non fosse stata in silenzio e avesse denunciato Don Rodrigo per aver ostacolato le sue nozze attraverso le minacce. La notizia sarebbe finita su tutti i giornali e avrebbe suscitato uno scalpore così grande che quel pover uomo non sarebbe più potuto uscire di casa e immediatamente sarebbe stato denunciato per “stalking”. Dunque potrà essere diversa la data, ma il don Rodrigo del romanzo si comporta esattamente come fanno gli stalker di oggi. Questo episodio può rientrare tranquillamente nella categoria “atteggiamenti non violenti” di uno stalker, ma se andiamo avanti nella storia troveremo infatti che ben più grave è il fatto che, come ci descrive Manzoni nel capitolo VII, don Rodrigo abbia tentato di far rapire Lucia. Questo comportamento rientra nella categoria “atteggiamenti violenti” di uno stalker. Don Rodrigo orina al Griso, il suo bravo più fidato, di rapire Lucia e portarla al palazzotto, ma fortunatamente quella sera Lucia non è in casa. Dunque i bravi commettono anche il reato di violazione di domicilio, ma i colpevoli non sono solamente loro, piuttosto il loro mandante, don Rodrigo, il quale con questo gesto dimostra ancora un altro atteggiamento da stalker violento. Da questi testi possiamo capire come lo stalking pur essendo un argomento molto attuale, esisteva (almeno come idea) anche molti secoli fa. Oggi però lo stalking può portare non solo al pedinamento della donna ma può sfociare anche in violenze e femminicidi. Io ho voluto scegliere questo argomento perché si può dire che il femminicidio ha principio, molte volte con lo stalking.
Matteo Cerè 5B Liceo Scientifico Galileo Galilei di Catania





Nessun commento:

Posta un commento