*Le emozioni superano le distanze
di Linda Adamo, insegnante di diritto-Liceo Scientifico-Catania


Alle mie alunne e ai miei alunni
Come primi attori e attrici inconsapevoli di una pagina di vita inusuale, quasi una commedia estemporanea senza sceneggiatura e senza prove, siete protagonisti di una realtà anomala, così lontana da ciò a cui siamo abituati da apparire quasi incomprensibile.
Eppure, in questo vortice di morti numerate, di storie urlate o sussurrate, di dolori e di rinascite, avete suscitato in me nuove emozioni, quelle silenti, quelle che anche un' insegnante esperiente può scoprire di provare, di voler nutrire e gestire.
E così, dietro quegli schermi dei vostri dispositivi che segnano i confini e le distanze, invece ravviso nuove emozioni. E nella drammaticità del momento, dal groviglio dei miei sentimenti opposti, il mio sgomento di adulta si trasforma per voi in speranza; la mia paura solitaria si è vestita da gioia comune; il mio domani incerto diventa per voi conferma sicura. E sono così anch’io protagonista di una difficile pagina di vita, chiamata ad affiancare i vostri stati emotivi per viverli alla pari.
E poi nel concreto, la sveglia del mattino diventa complicità, la vostra quotidianità mi apre le porte e la vita appare in comune. Le pareti delle camere delineano il vostro isolamento, uno spazio che adesso diventa di tutti.  Il contatto esclusivo con ciascuno e ciascuna di voi, forse prima effimero e marginale, durante una lezione scandita dal suono di una campana, ora diventa discreto e personale e così perdo memoria del mio ruolo precedente. Non trovo invadente il vostro messaggio anche in orario inusuale e non segno ore in agenda, perché insieme abbiamo perso la cognizione del tempo. E dove le condizioni personali vi hanno diviso dagli altri, io ho provato a colmare le differenze e a mantenere un discreto silenzio. E così attendo con piacere di rivedervi e di risentirvi per ospitarvi nella mia casa, continuando ad indossare gli abiti da uscita e i monili visibili, con la stessa cura di prima, per onorarvi e compiacervi, sia pur nel mio immaginario.
E mi appare la ratio di tutto ciò:  poiché il momento che ci accomuna è un cammino di vita che non conosce precedenti, né età, né luoghi reali o virtuali, ma solo speranza per un futuro certo, non resta che condividere il nostro tempo dilatato e viverlo insieme, pur nella consapevolezza dei ruoli diversi. 
Ma un merito inconsapevole che vi è dovuto sarà quello di avermi fatto scoprire un nuovo spazio di riflessione, di aver trovato il tempo di curare i dettagli della nostra amicizia e di aver suscitato in me nuove emozioni, quelle che ad una certa età non riconosci o non ti entusiasmano più, quelle che qui, invece, hanno superato anche le distanze. 
Grazie, la vostra prof

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