LA SCUOLA  AL TEMPO DEL CORONAVIRUS  e la nostalgia della scuola reale
di Santina Giuffrida,  insegnante di Letteratura italiana   –Liceo scientifico- San Giovanni La Punta-Catania

All’improvviso, da un giorno all’altro la vita è cambiata, le scuole sono state chiuse, tutto si è fermato, ma in realtà nulla si è fermato.
La scuola si è dovuta reinventare…ma è sempre stata un punto di riferimento fondamentale per ogni studente.
 Docenti e alunni  non hanno mai interrotto la comunicazione, prima attraverso i social con gruppi classe già esistenti o subito costituiti e successivamente mediante la nascita di classi virtuali su piattaforme con audio e videolezioni, verifiche scritte e interrogazioni. Un vero terremoto…
Docenti di ogni ordine e grado si sono  autoaggiornati  ed adattati  a tecniche nuove di comunicazione a cui la scuola non era abituata e talvolta… senza indicazioni chiare.
Gli alunni poi, molte volte  privi degli strumenti informatici indispensabili allo scopo, computer e tablet, hanno improvvisamente visto nel cellulare, fino a quel momento mezzo di comunicazione amicale e di gioco, un supporto prezioso per l’attività didattica.
 La scuola è flessibile, si reinventa e sperimenta ma quanta fatica! Quanto lavoro, senza tempo, senza confine. 
Molti alunni stanno comprendendo solo oggi la bellezza di frequentare ogni giorno, di incontrare i compagni in presenza, di dialogare con gli insegnanti e tanti docenti stanno utilizzando pratiche didattiche che mai avrebbero pensato di adottare.
Forse  da questa esperienza terribile usciremo tutti cambiati, in meglio…
La pandemia ha messo in crisi le certezze del mondo contemporaneo, ha rafforzato negli Italiani  e nelle Italiane il senso di appartenenza al proprio grande Paese , ha dato valore a quanto davamo per scontato e ci ha fatto riscoprire l’importanza dei rapporti umani e la bellezza della libertà.

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