DAD, una normalità da
emergenza
di Carmen Cusimano, insegnante di Lingua inglese –Liceo scientifico- Catania
L'ultimo acronimo familiare a tutti gli Italiani è DAD, croce e delizia di studenti e docenti.
Venuto fuori a seguito di una grave emergenza nazionale, è la risposta fattiva,
prepotente e forte di una categoria di professionisti che, ancora una volta ,
dimostrano la loro capacità di modulare le abilità e piegarle alle esigenze
cogenti. Se in un primo momento la drammaticità della situazione nazionale
aveva preso il sopravvento, lasciando tutti sgomenti, è bastato poco per
comprendere che bisognava darsi da fare. Ancor prima che le scuole di
appartenenza si organizzassero con piattaforme dedicate, più o meno sicure in
termini di privacy, già docenti e alunni
si erano organizzati per continuare il percorso formativo interrotto troppo
presto. Nella mia esperienza con 6 classi, ho registrato una risposta positiva
da parte della maggior parte dei miei alunni, molti di loro hanno avvertito e
avvertono la necessità di questo appuntamento quotidiano per mantenere quella
socialità negata, quella parvenza di normalità. Alcuni trovano questa metodica
più efficace dal punto di vista didattico, altri faticano a star dietro uno
schermo dal quale spesso si rendono invisibili nel caso della video lezione (la
videocamera non funziona, la connessione è intermittente , il microfono si è
rotto, ho finito i giga), altri ancora rispondono all'appello poi scompaiono,
taluni fanno colazione a tutte le ore, perfino “ mi scusi devo andare a
mangiare, mamma mi chiama” alle 12.40.
Ma quel che manca è il gruppo classe, la normalità. In
realtà ho registrato una maggiore
costanza nella produzione scritta , benché la tentazione del copia incolla che fa produrre loro testi accademici è
forte! Ma almeno si impegnano, forse è anche la giusta occasione per comprendere
che internet non è solo usare i social, ma anche navigare per conoscere,
documentarsi, comparare, apprendere.
Se per gli studenti la DAD è diventata la normalità, il
lavoro che sta dietro è notevole, per rendere accessibile la lezione che manca
di gestualità, di sguardi , di condivisione fisica, di empatia, i/le docenti hanno reinterpretato e ripensato
il modo di svolgere la lezione preparando mappe, percorsi guidati , proponendo
link dalla rete, sperimentando nuove
strategie didattiche. Ma questo è il nostro lavoro, rimodulato davanti ad un
freddo dispositivo elettronico surrogato del gruppo classe!
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